Il Rapporto ISS COVID-19 n. 5/2020 rev.2 versione del 25/05/2020 e il Rapporto ISS COVID-19 n. 33/2020 Versione del 25/05/2020 e successivamente l’allegato 1 dell’Ordinanza di Regione Lombardia n. 566 del 12/06/2020 riportano alcune azioni e raccomandazioni da mettere in atto giornalmente nelle condizioni di emergenza associate all’epidemia virale SARS-CoV-2 per il mantenimento di una buona qualità dell’aria indoor negli ambienti di lavoro.
- Garantire un buon ricambio dell’aria (con mezzi meccanici o naturali) in tutti gli ambienti dove sono presenti postazioni di lavoro e personale migliorando l’apporto controllato di aria primaria e favorendo con maggiore frequenza l’apertura delle diverse finestre e balconi.
- In ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti. In ogni caso, l’affollamento deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna.
- Negli edifici dotati di specifici impianti di ventilazione (ventilazione Meccanica Controllata, VMC) che movimentano aria attraverso un motore/ventilatore e che consentono il ricambio dell’aria di un edificio con l’esterno devono essere mantenuti attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (possibilmente con un decremento dei tassi di ventilazione nelle ore notturne di non utilizzo dell’edifico). Il consiglio è di proseguire in questa fase, mantenendo lo stesso livello di protezione, eliminando, ove è possibile, la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni nell’aria (batteri, virus, ecc.). In questa fase può risultare anche utile aprire nel corso della giornata lavorativa le finestre e i balconi per aumentare ulteriormente il livello di ricambio dell’aria.
- In tale contesto emergenziale è chiaramente necessario aumentare in modo controllato l’aria primaria in tutte le condizioni. Si consiglia, dove non è possibile disattivare tale quota di ricircolo a causa delle limitate specifiche di funzionamento legate alla progettazione, di far funzionare l’impianto adattando e rimodulando correttamente la quantità di aria primaria necessaria a tali scopi e riducendo la quota di aria di ricircolo.
- Acquisire tutte le informazioni sul funzionamento dell’impianto VCM (es. controllo dell’efficienza di funzionamento, perdite di carico, verifica del registro di conduzione, tempi di scadenza della manutenzione, tipo di pacco filtrante installato, interventi programmati, ecc.). Eventualmente se si è vicini ai tempi di sostituzione del pacco filtrante (per perdite di carico elevate, o a poche settimane dall’intervento di manutenzione programmata, ecc.), al fine di migliorare la filtrazione dell’aria in ingresso, sostituire con pacchi filtranti più efficienti per aumentare la capacità filtrante del ricircolo.
- Negli edifici dotati di impianti di riscaldamento/raffrescamento con apparecchi terminali locali (es. unità interne tipo fancoil) il cui funzionamento e regolazione della velocità possono essere centralizzati oppure governati dai lavoratori che occupano l’ambiente, si consiglia, a seguito della riorganizzazione “anti-contagio”, di mantenere in funzione l’impianto in modo continuo(o possibilmente con un decremento del livello di ventilazione nelle ore notturne di non utilizzo dell’edifico o attraverso la rimodulazione degli orari di accensione/spegnimento, es. due ore prima dell’apertura o ingresso dei lavoratori, e proseguire per altre due ore dopo la chiusura/non utilizzo dell’edificio) a prescindere dal numero di lavoratori presenti in ogni ambiente o stanza, mantenendo chiusi gli accessi (porte).
- Al tal fine si consiglia di programmare una pulizia periodica, ogni quattro settimane, in base alle indicazioni fornite dal produttore ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo del fancoil/ventilconvettore per mantenere gli adeguati livelli di filtrazione/rimozione. La pulizia dei filtri, il controllo della batteria di scambio termico e le bacinelle di raccolta della condensa possono contribuire a rendere più sicuri gli edifici riducendo la trasmissione delle malattie, compreso il virus SARS-CoV-2.
- Evitare di utilizzare e spruzzare prodotti per la pulizia detergenti/disinfettanti spray direttamente sul filtro per non inalare sostanze inquinanti (es. COV), durante il funzionamento. In questi ambienti sarebbe necessario aprire regolarmente le finestre e balconi per aumentare il ricambio e la diluizione degli inquinanti accumulati nell’aria ricircolata dall’impianto.
- Pulire le prese e le griglie di ventilazione con panni puliti in microfibra inumiditi con acqua e sapone, oppure con alcool etilico al 75% asciugando successivamente.
- Nel caso di locali senza finestre (es. archivi, spogliatoi, bagni, ecc.), ma dotati di ventilatori/estrattori questi devono essere mantenuti in funzione per tutto il tempo di permanenza per ridurre le concentrazioni nell’aria.
- Nel caso in cui alcuni singoli ambienti o locali di lavoro siano dotati di piccoli impianti autonomi fissi di riscaldamento/raffrescamento (es. climatizzatori a pompe di calore splito climatizzatori aria-acqua) oppure siano utilizzati sistemi di climatizzazione portatili collegati con un tubo di scarico flessibile dell’aria calda appoggiato o collegato con l’esterno dove l’aria che viene riscaldata/raffrescata è sempre la stessa (hanno un funzionamento simile agli impianti fissi e dipende dal tipo di modello e potenzialità), deve essere effettuata una pulizia regolare del filtro dell’aria di ricircolo in dotazione all’impianto/climatizzatore per mantenere livelli di filtrazione/rimozione adeguati.
Quindi cosa fare in azienda?
Vi consigliamo di provvedere alla normale manutenzione ordinaria dell’impianto di condizionamento (pulizia e sanificazione con prodotti specifici di filtri, griglie, bocchette..) a impianto fermo.
Tale operazione può essere affidata ad un esterno oppure svolta in autonomia da uno o più addetti individuati all’interno dell’azienda.
In entrambi i casi è importante:
- procedere alla registrazione dell’intervento indicando data, e riferimento al terminale di climatizzazione;
- mantenere in azienda copia delle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati per la pulizia e sanificazione.
Tale operazione deve essere effettuata prima dell’accensione dell’impianto e/o, in caso di impianto già attivo, il prima possibile.
In caso di dubbi sulle caratteristiche e le corrette procedure di pulizia dell’impianto rivolgersi all’installatore o al tecnico manutentore dell’impianto di climatizzazione e ventilazione.
Vi ricordiamo inoltre che le operazioni di pulizia delle apparecchiature di climatizzazione e ventilazione devono essere integrate nella procedura di pulizia e sanificazione dei pavimenti, degli arredi e del resto degli ambienti.
La periodicità di tale manutenzione deve essere stabilita sulla base delle indicazione del manuale dell’impianto, del reale utilizzo dell’impianto, delle condizioni di evoluzione dell’epidemia, della permanenza degli occupanti, dell’attività svolta etc etc..
Il rapporto ISS COVID-19 n. 5/2020 rev.2 versione del 25/05/2020 consiglia una pulizia ogni quattro settimane.
Vi consigliamo di valutare, sempre e comunque con l’installatore o tecnico manutentore, suddetta periodicità.